MONUMENTO AI CADUTI


Sul territorio del Comune di Civezzano vi sono diversi luoghi dove si possono ricordare i Caduti: nei cimiteri ci sono le lapidi con i nomi dei Caduti della r Guerra Mondiale (in quello di Civezzano ristrutturato dagli Alpini nel 1960) ed anche nelle frazioni come a Magnago vi è un capitello con i nomi di quelli che non fecero più ritorno alle case del proprio paese durante la Grande Guerra.
Nel 1965 con una grande cerimonia, dove parteciparono autorità civili, militari,religiose oltre che a molte persone, vi fu l'inaugurazione e benedizione del monumento ai Caduti voluto dai Ferrovieri in ricordo di Cesare Fronza di Campagnaga.
Ancor oggi salendo da Civezzano verso Bosco, sull'incrocio che porta a Campagnaga, appena passato l'abitato di Osella, si può ammirare questo monumento tenuto in ordine dal Gruppo Alpini di Civezzano e dai famigliari di Cesare Fronza che attualmente abitano a Ravina di Trento.
Negli anni Settanta ed Ottanta, tra le associazioni d'Arma, vi era l'intento di erigere un monumento ai Caduti di tutte le guerre.



 
 Innaugurazione Monumento ai Caduti al bivio per Campagnaga:
  discorso dell'allora Capogruppo Marcello Leonardi.



Si erano fatte anche delle bozze di progetto realizzate da artisti professionisti.
Non si riuscì a portare a termine il progetto, non riuscendo a trovare un luogo adatto sul territorio comunale dove far sorgere il monumento e mettere assieme i fondi necessari per coprire le spese.
Nel 1996 si era messa in moto la macchina organizzativa ed operativa degli Alpini che poteva contare su un potente motore che come un buldozer spianava ogni difficoltà.
Ci si trovava nella cava di Pila, nei pressi di Villamontagna a caricare i sassi per la costruzione dei muri esterni alla "Baita", ormai a buon punto; quando qualcuno, osservando quasi incantato degli enormi blocchi di pietra, si lasciò scappare la fatidica frase:

"Con uno di quei blocchi si potrebbe fare un monumento!"

Ecco che queste parole, magari dette anche tanto per dire o per fare conversazione per tirare il fiato durante il duro lavoro, giunsero alle orecchie dei compagni che risposero:

"Si può fare".

Venne subito informato dell'idea il direttore lavori geometra Alvaro Pedrotti che facendo il punto della situazione ed organizzando bene l'idea convocò il Comitato Baita ed il Direttivo che diede il via anche a questa iniziativa, come se non ce ne fossero abbastanza di lavori in cantiere.
Fortuna vuole che tra i nostri soci vi è Lunelli Piergiorgio che è uno scalpellino, professione ormai rara, che da subito si rese disponibile a plasmare il monumento. L'artista Piergiorgio assieme a Pedrotti Alvaro e Giuseppe Leonardi, addetto ai trasporti, fecero un sopraluogo in cava dove trovarono un bel blocco che ci venne regalato dai gestori della cava.
Ora il problema era il trasporto, in quanto la grossa pietra aveva un peso stimato sui 90 quintali:

"Nessun problema - disse Bepi - caricatemelo con la ruspa sul mio trattore
e ve lo porterò a Civezzano!"



30 gennaio: trasporto del blocco di pietra, del peso di circa 90 quintali,
da cui è stato ricavato il Monumento ai Caduti.


E così fu , il giorno 30 gennaio 1998 il grosso blocco arrivò a destinazione. Inizialmente si era stabilito che il monumento venisse sistemato sul davanti della "Baita" in una aiuola appositamente approntata.
Il socio Cav. Dalpiaz suggerì al Capogruppo che il monumento venisse eretto nell'angolo a nord del piazzale, zona più consona e degna di ospitare un monumento ai Caduti.
L'idea venne accolta favorevolmente dal direttore dei lavori geometra Pedrotti il quale predispose il relativo piano di esecuzione.


Settembre 1998:
il Socio Piergiorgio Lunelli all'opera per gli ultimi ritocchi.


Da subito il buon Piergiorgio iniziò a scolpire la pietra.
Quando il monolite sotto i colpi dello scalpellino prese la forma voluta, con una grossa autogru fu issato in posizione verticale, dove ora se lo può ammirare, dopo di che gli si preparò attorno una solida base d'ancoraggio in calcestruzzo rivestito da pietre di Pila.


5 settembre 1998: messa a dimora del Monumento
da parte della ditta Cristelli.



Sulla sommità del monumento, che raffigura le cime delle montagne, si è posta una grande aquila di bronzo.
A questo punto ci si è posti il problema di cosa scrivere sul monumento, e dopo alcune riunioni del Direttivo si è deliberato di scrivere solo "ai Caduti", perché si è voluto dedicare il monumento a tutti i caduti, non solo a quelli di Civezzano, di tutte le guerre.
Il giorno dell'inaugurazione della "Baita Alpina" si è benedetto anche il monumento e depositata la prima corona dall'alloro.
Scendendo dall'abitato di Civezzano verso la Baita, si passa ora davanti a questo bel monumento la cui aquila pronta a spiccare il volo sembra quasi ricordarci dei "Caduti", che purtroppo non è cosa solo del passato, ma attuale visti i conflitti e guerre che vi sono sparsi qua e là nel mondo.